L’energia geotermica è una risorsa potenzialmente rinnovabile e significativamente a buon mercato, che sfrutta una concentrazione naturale di calore all’interno della crosta terrestre che prende il nome di campo geotermico.
Tale calore è estraibile mediante circolazione naturale o artificiale di fluidi e può essere utilizzato trasformandolo in energia meccanica o elettrica.
Un carattere particolare dei sistemi geotermici è lo stato dinamico, a differenza dei combustibili fossili (petrolio, gas) i cui accumuli sono ben delimitati ed esauribili nel tempo; un sistema geotermico viene invece ricaricato dall’ingresso di nuovi fluidi ed è quindi teoricamente inesauribile.
I fluidi a temperature più basse (50-90 °C) possono essere usati per riscaldamento, refrigerazione, irrigazione, impianti di serre; in Islanda, per esempio, buona parte della popolazione viene riscaldata mediante impianti geotermici.
I fluidi a temperature più elevate (90-380 °C) vengono utilizzati per produrre energia elettrica. La maggior parte dei campi geotermici utilizzabili per la produzione elettrica sono serbatoi di acqua ad alta termalità mantenuta liquida per effetto della pressione e della salinità.
Un sistema geotermico tipo quello descritto richiede tre condizioni naturali necessarie:
1) Anomalia termica localizzata, come fonte di calore.
2) Permeabilità delle rocce sufficiente a permettere l’infiltrazione di acqua fino a profondità di diversi chilometri.
3) Copertura impermeabile.
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